« Mostrarono a Gesù una moneta d'oro e gli dissero "La gente dell'imperatore romano ci chiede tasse". Egli rispose loro "Date all'imperatore quello che appartiene all'imperatore, date a a Dio quello che appartiene a Dio e date a me ciò che è mio" »
Non ci resta che rammentare la frase evangelica per attenuare il senso di malcelata iniquita' che il Nuovo Governo Ancora Piu' Bello del Precedente suscita a me come a tanti altri cittadini.
Si sta delineando, a mio parere, il ruolo del nuovo premier.
Particolare da non sottovalutare, il fatto che il nuovo premier si sia insediato al posto di un personaggio che credevamo intoccabile e che mai avremmo pensato si potesse dimettere, in tanti anni non era riuscita nel compito l'opposizione, ne' le tante defezioni politiche, ne' i vari processi giudiziari, nemmeno la sua condotta privata non propriamente edificante per la Chiesa, e neppure cacciato dalla folla per il suo non-governo.
Potenza dell'elite tecnocratica che governa l'Europa, da cui ha avuto, come c'era da aspettarsi, l'investitura ufficiale unanime. Peccato che non si sia svolta in una cattedrale come nel Medioevo, con tanto di scettro e di corona, di certo sarebbe stata piu' scenografica.
I "sacrifici", come vengono chiamati, tutti noi cittadini onesti siamo disposti a farli, sia che un ministro pianga in diretta oppure no: non e' questo il punto. Due cose suscitano tuttavia per me grande perplessita'.
La prima e' che l'equita' dei provvedimenti, per chiunque governi, sia davvero difficile da raggiungere, manca forse quella visione "dall'altra parte", vivere come vivono i semplici cittadini e non come chi vive una vita in un palazzo.
L'altro punto e' il concetto stesso di Europa che, sebbene sia nata con tutte le migliori intenzioni, viene percepito come un artificio politico-monetario, soltanto un insieme di regole finanziarie da rispettare, scelte non dal popolo ma da una elite.
Non esiste collegialita', i singoli paesi non sono pari tra i pari. Esistono cittadini di serie A e di serie B. Solo Francia e Germania sono in seria A, tutti gli altri stati, compresa l'Italia, giocano nelle serie minori. In queste condizioni, dove l'organo preponderante e' la banca europea (che di europeo ha solo il nome ma non i capitali, proprieta' delle singole banche nazionali a loro volta proprieta' di banche private) , l'appartenenza o meno all'Europa non e' un fatto di nascita (come si nasce italiani) ma di parametri finanziari da rispettare, pena l'esclusione.
Non pare quindi esistere un'anima europea perche' non sembra fatta da cittadini, manca il cuore, e se non c'e' il cuore, non esiste realmente, e' un'illusione nelle menti di qualcuno e cio' non ci basta.
Non ci resta che rammentare la frase evangelica per attenuare il senso di malcelata iniquita' che il Nuovo Governo Ancora Piu' Bello del Precedente suscita a me come a tanti altri cittadini.
Si sta delineando, a mio parere, il ruolo del nuovo premier.
Particolare da non sottovalutare, il fatto che il nuovo premier si sia insediato al posto di un personaggio che credevamo intoccabile e che mai avremmo pensato si potesse dimettere, in tanti anni non era riuscita nel compito l'opposizione, ne' le tante defezioni politiche, ne' i vari processi giudiziari, nemmeno la sua condotta privata non propriamente edificante per la Chiesa, e neppure cacciato dalla folla per il suo non-governo.
Potenza dell'elite tecnocratica che governa l'Europa, da cui ha avuto, come c'era da aspettarsi, l'investitura ufficiale unanime. Peccato che non si sia svolta in una cattedrale come nel Medioevo, con tanto di scettro e di corona, di certo sarebbe stata piu' scenografica.
I "sacrifici", come vengono chiamati, tutti noi cittadini onesti siamo disposti a farli, sia che un ministro pianga in diretta oppure no: non e' questo il punto. Due cose suscitano tuttavia per me grande perplessita'.
La prima e' che l'equita' dei provvedimenti, per chiunque governi, sia davvero difficile da raggiungere, manca forse quella visione "dall'altra parte", vivere come vivono i semplici cittadini e non come chi vive una vita in un palazzo.
L'altro punto e' il concetto stesso di Europa che, sebbene sia nata con tutte le migliori intenzioni, viene percepito come un artificio politico-monetario, soltanto un insieme di regole finanziarie da rispettare, scelte non dal popolo ma da una elite.
Non esiste collegialita', i singoli paesi non sono pari tra i pari. Esistono cittadini di serie A e di serie B. Solo Francia e Germania sono in seria A, tutti gli altri stati, compresa l'Italia, giocano nelle serie minori. In queste condizioni, dove l'organo preponderante e' la banca europea (che di europeo ha solo il nome ma non i capitali, proprieta' delle singole banche nazionali a loro volta proprieta' di banche private) , l'appartenenza o meno all'Europa non e' un fatto di nascita (come si nasce italiani) ma di parametri finanziari da rispettare, pena l'esclusione.
Non pare quindi esistere un'anima europea perche' non sembra fatta da cittadini, manca il cuore, e se non c'e' il cuore, non esiste realmente, e' un'illusione nelle menti di qualcuno e cio' non ci basta.
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