Trovo molto interessante lo studio della Cabala, l'antica mistica ebraica, in quanto vi leggo alcuni aspetti sorprendentemente moderni. Non e' infatti un caso che taluni aspetti della fisica moderna abbiano un parallelo con una tradizione ben piu' antica.
Uno di questi e' la cosmogonia descritta nella Cabala, che, pur nella sua complessita' (molto piu'semplici sono i miti di creazione nella Genesi, o dei popoli antichi quali gli egizi), ha un caratteristica per me modernissima : il mondo non e' stato creato per addizione (Dio che si manifesta nella sua creazione oppure da niente al Big Bang) ma per sottrazione : in principio esisteva una sola luce che si espandeva in tutte le direzioni, la Luce Infinita - Or Ein Sof - (da non confondere con la luce visibile) e Dio ha deciso di creare al centro di esso un vuoto sferico, attraverso una contrazione o costrizione (in ebraico, tzimtzum).
Da un infinto ha creato un finito, e all'interno vi ha creato prima l'uomo primordiare, l'Adam Kadmon, e poi il mondo (o i mondi) in cui viviamo. Ma una parte, seppur minima della Sua essenza, ovvero della luce infinita, rimane presente nello spazio sferico.
Ecco una possibile spiegazione del paradosso della fisica, che il vuoto non e' vuoto. E del fatto che la propagazione elettromagnetica puo' avvenire nel vuoto (che non e' vuoto).
Interessante poi l'importanza del numero 4 nella Cabala per designare la materia.
Quattro sono infatti le forze elementari dell'universo: la forza gravitazionale, elettromagnetica, forza nucleare forte e debole, come quattro sono le dimensioni spazio-temporali (e gli antichi sostenevano che quattro erano gli elementi: terra, acqua, aria, fuoco). Ma quattro sono anche le lettere nel nome piu sacro di Dio: Y, H, V, H.
Spiegano i Cabalisti che non esiste nessuna contraddizione in cio', essendo la materia fatta di spirito, sia che la intendiamo come emanazione o, piu' semplicemente, come la firma di Dio (mi si permetta, il suo copyright) nel mondo.
The photo above is taken by "Express Monorail", on Flickr, Creative Commons licence.
Uno di questi e' la cosmogonia descritta nella Cabala, che, pur nella sua complessita' (molto piu'semplici sono i miti di creazione nella Genesi, o dei popoli antichi quali gli egizi), ha un caratteristica per me modernissima : il mondo non e' stato creato per addizione (Dio che si manifesta nella sua creazione oppure da niente al Big Bang) ma per sottrazione : in principio esisteva una sola luce che si espandeva in tutte le direzioni, la Luce Infinita - Or Ein Sof - (da non confondere con la luce visibile) e Dio ha deciso di creare al centro di esso un vuoto sferico, attraverso una contrazione o costrizione (in ebraico, tzimtzum).
Da un infinto ha creato un finito, e all'interno vi ha creato prima l'uomo primordiare, l'Adam Kadmon, e poi il mondo (o i mondi) in cui viviamo. Ma una parte, seppur minima della Sua essenza, ovvero della luce infinita, rimane presente nello spazio sferico.
Ecco una possibile spiegazione del paradosso della fisica, che il vuoto non e' vuoto. E del fatto che la propagazione elettromagnetica puo' avvenire nel vuoto (che non e' vuoto).
Interessante poi l'importanza del numero 4 nella Cabala per designare la materia.
Quattro sono infatti le forze elementari dell'universo: la forza gravitazionale, elettromagnetica, forza nucleare forte e debole, come quattro sono le dimensioni spazio-temporali (e gli antichi sostenevano che quattro erano gli elementi: terra, acqua, aria, fuoco). Ma quattro sono anche le lettere nel nome piu sacro di Dio: Y, H, V, H.
Spiegano i Cabalisti che non esiste nessuna contraddizione in cio', essendo la materia fatta di spirito, sia che la intendiamo come emanazione o, piu' semplicemente, come la firma di Dio (mi si permetta, il suo copyright) nel mondo.
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