Il ghepardo appartiene al genere degli Acinonyx, che è formato dalla combinazione delle due parole greche akínētos, immobile (si pensi che la parola "cinetica" deriva da kínētos = movimento, quindi a-kínētos = senza movimento = immobile), e ónyx, artiglio, quindi "artiglio immobile" per sottolineare la caratteristica che, a differenza degli altri felini, non ha gli artigli retrattili.
Altre caratteristiche che li rendono più simili ai canidi sono le lunghe zampe, un comportamento sociale (anziché solitario dei felini), e appunto, le unghie non retrattili.
Il nome italiano ghepardo deriva dal francese guépard che a sua volta deriva dall'italiano gattopardo, usato per descrivere tutti i piccoli felini maculati, mentre per i grandi felini maculati si usa la parola pardo (da cui gattopardo, leopardo e ghepardo).
E' curioso che il Petrarca usi il vocabolo pardo come sinonimo di veloce, e infatti il ghepardo è l'animale terrestre più veloce al mondo (può raggiungere velocità comprese tra i 110 e 120 km/h).
Un tempo animale diffusissimo in Africa ed in Asia, attualmente ne esistono solo più 7100 esemplari, ormai sull'orlo dell'estinzione, quasi tutti in aree protette oppure in zone poco abitate. L'estinzione è dovuta sia alla restrizione del suo habitat, a causa della crescita delle zone di coltivazione dell'uomo, ai bracconieri che lo cacciano per la sua pelle, e ai contadini che difendono il bestiame, sebbene raramente rappresenti una minaccia.
E' un animale molto docile, a differenza di altri felini di pari dimensioni, per questa ragione, fin dall'antichità, è stato allevato in cattività dagli antichi egizi e dai popoli mesopotamici, usato anche per le battute di caccia alle antilopi (dapprima bendato e poi sbendato quando la preda era stata stanata dai cani). L'usanza si diffuse nell'impero Persiano ed in India, dove un Moghul si vantava di avere 1000 ghepardi. Anche Gengis Khan e Carlo Magno possedevano un esemplare come animale domestico.
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