Curiosità della storia : l'uomo a cui si deve l'aggettivo "lapalissiano", termine che indica verità così ovvie da non meritare di essere enunciate, non deriva da qualche frase del nobile di La Palice (il cui nome era Jacques II de Chabannes), maresciallo di Francia, ma bensì da una fortuita e maldestra lettura dell'epitaffio della sua tomba.
Il maresciallo La Palice muore in battaglia a Pavia, il 24 febbraio del 1525. Il suo epitaffio, scritto dai suoi uomini, che tradotto dal francese doveva essere:
"Qui giace il signor de La Palice, se non fosse morto farebbe ancora invidia"
suonava invece così:
"Qui giace il signor de La Palice, se non fosse morto, sarebbe ancora in vita"
Un secolo dopo, in epoca illuminista, il poeta Bernard de la Monnoye in un sonetto si divertì a coniare altre frasi lapalissiane:
"La Palice quando stava a Poitiers non stava a Vendome"
"Andava sempre per mare se non andava per terra"
"Quando scriveva in versi non scriveva in prosa"
"Il giorno del suo trapasso fu l’ultimo della sua vita"
Degno erede in tempi recenti è stato Massimo Catalano, uno degli artisti che partecipò alla trasmissione televisiva "Quelli della Notte" di Renzo Arbore nei panni del filosofo. Ecco alcune frasi (dette le "catalanate"):
"È meglio lavorare poco e fare tante vacanze, piuttosto che lavorare molto e fare poche vacanze."
"È molto meglio essere giovani, belli, ricchi e in buona salute, piuttosto che essere vecchi, brutti, poveri e malati."
"È meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca anziché di una brutta, stupida e senza una lira."
Fonti :
- La Stampa, “Fate un monumento all’eroe lapalissiano”
- Wikipedia, Jacques de La Palice
- Wikipedia, Massimo Catalano
- LetteralMente - Le frasi più Belle di Massimo Catalano
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