"Farai anche un candelabro d'oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo. Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall'altro lato. Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla e così anche sull'altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro. Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle (...) Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso. I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d'oro puro. Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi accessori. Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte."
(Esodo, 25,31-40)
Tra i simboli più sacri delle religioni, il Candelabro Ebraico o Menorah , mostrato a Mosè sul monte Sinai e realizzato su ispirazione divina da Betzalel, è quello che, a mio a parere, rappresenta quest'anno bene il passaggio tra un inverno particolarmente lungo e una primavera che stiamo ancora aspettando.
La Bibbia lo descrive come una rappresentazione dell'albero del mandorlo, che è il primo albero che fiorisce in primavera. Simbolo quindi della nascita ovvero rinascita (ovvero della resurrezione cristiana, e mi si permetta, reincarnazione indiana), anello del ciclo dell'alternanza delle stagioni. Anche il frutto, la mandorla, rappresenta la spiritualità, che va cercata all'interno rompendo lo spesso guscio (non a caso il Cristo e i santi vengono talvolta rappresentati negli affreschi circondati da una figura a forma di mandorla).
La storia racconta che la Menorah, del peso di un talento, ovvero 34 Kg d'oro, era custodita nel Tempio di Gerusalemme, insieme all'Arca dell'Alleanza. Trafugata dal re Nabucodonosor a seguito della cattività babilonese, venne restituita agli ebrei e al suo tempio dal re persiano Ciro. Con la definitiva distruzione del tempio di Gerusalemme da parte dell'imperatore Tito (70 dC), il candelabro venne portato a Roma (a prova di ciò, sull'arco di trionfo di Tito, vicino al Colosseo, vi è una sua raffigurazione).
Con il saccheggio di Roma da parte dei Vandali (455 dC) il candelabro passa in Africa, per poi essere ripreso dal generale Belisario e translato in Costantinopoli.
Da allora si sono perse le sue tracce. C'è chi sostiene che in realtà non si è mai spostato da Gerusalemme, nascosto sotto la spianata del Tempio oppure è stato riportato in segreto dai Crociati da Costantinopoli, o addirittura ancor oggi potrebbe essere custodito segretamente in Vaticano..
The photoes above are taken by "pizzodisevo" and "skpy", on Flickr, Creative Commons licence, and File:EgidioD6.JPG and Sack_of_jerusalem.JPG, on Wikipedia.
(Esodo, 25,31-40)
Tra i simboli più sacri delle religioni, il Candelabro Ebraico o Menorah , mostrato a Mosè sul monte Sinai e realizzato su ispirazione divina da Betzalel, è quello che, a mio a parere, rappresenta quest'anno bene il passaggio tra un inverno particolarmente lungo e una primavera che stiamo ancora aspettando.
La Bibbia lo descrive come una rappresentazione dell'albero del mandorlo, che è il primo albero che fiorisce in primavera. Simbolo quindi della nascita ovvero rinascita (ovvero della resurrezione cristiana, e mi si permetta, reincarnazione indiana), anello del ciclo dell'alternanza delle stagioni. Anche il frutto, la mandorla, rappresenta la spiritualità, che va cercata all'interno rompendo lo spesso guscio (non a caso il Cristo e i santi vengono talvolta rappresentati negli affreschi circondati da una figura a forma di mandorla).
La storia racconta che la Menorah, del peso di un talento, ovvero 34 Kg d'oro, era custodita nel Tempio di Gerusalemme, insieme all'Arca dell'Alleanza. Trafugata dal re Nabucodonosor a seguito della cattività babilonese, venne restituita agli ebrei e al suo tempio dal re persiano Ciro. Con la definitiva distruzione del tempio di Gerusalemme da parte dell'imperatore Tito (70 dC), il candelabro venne portato a Roma (a prova di ciò, sull'arco di trionfo di Tito, vicino al Colosseo, vi è una sua raffigurazione).
Con il saccheggio di Roma da parte dei Vandali (455 dC) il candelabro passa in Africa, per poi essere ripreso dal generale Belisario e translato in Costantinopoli.
Da allora si sono perse le sue tracce. C'è chi sostiene che in realtà non si è mai spostato da Gerusalemme, nascosto sotto la spianata del Tempio oppure è stato riportato in segreto dai Crociati da Costantinopoli, o addirittura ancor oggi potrebbe essere custodito segretamente in Vaticano..
The photoes above are taken by "pizzodisevo" and "skpy", on Flickr, Creative Commons licence, and File:EgidioD6.JPG and Sack_of_jerusalem.JPG, on Wikipedia.
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