Sono convinto che spesso quello che suscita timore o fastidio a Big Pharma, ovvero il cartello dei più grandi produttori di farmaci, sia un bene per la società oltre ad essere eticamente giusto.
E' questo il caso che, se approvato nella prossima Spending Review del governo italiano, farà risparmiare agli italiani parecchi soldi dovuti ad inutili copyright di marchi.
Il diritto alla salute è un bene comune, come l'acqua che è pubblica, e quindi va sempre tutelata, e se esistono farmaci che possono migliorare (se non salvare) la vita di tanti, è bene che questi siano accessibili a tutti al minor costo. I farmaci generici sono un esempio di questo circolo virtuoso, dove il guadagno è equo, sia per chi produce che per chi acquista.
A me sembra logico e naturale che un medico generico prescriva ai propri pazienti il principio attivo (ovvero la molecola o sostanza alla base dell'azione terapeutica), e non il nome commerciale del prodotto farmaceutico. Avete mai visto una ricetta di cucina che consiglia di usare un latte di una certa marca ? Sarebbe un abominio! Anche noi consumatori dovremmo smettere di ricordarci il farmaco col suo nome commerciale e imparare a memoria il nome del principio attivo, e' vero che dire Aspirina (marchio della tedesca Bayer) e' molto piu' corto e semplice di Acido Acetilsalicilico, ma costa nulla ricordarsi del Paracetamolo al posto dei commerciali Efferalgan, Tachipirina ed altri..
Articolo : Quotidiano Sanita, "La rivoluzione dei 'generici'. Farmindustria e medici contro. Ma consumatori, Assogenerici e farmacisti plaudono"
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