Molte persone negli Stati Uniti, credono o hanno creduto, durante le ultime campagne elettorali, che Obama fosse nato in Kenya (invece che nelle Hawaii) e fosse di religione musulmana.
Questa è una post-verità. E' solo un esempio. Ogni giorno, sopratutto sui social media, ci capita di ascoltare notizie che hanno una possibilità di far parte di post-verità. E magari non sappiamo nemmeno distinguere la verità da una post-verità.
Viene da chiedersi, cos'è la verità e cos'è invece una post-verità.
La verità, secondo la tradizione occidentale che ha le sue origini nella Grecia classica (Aristotele, Platone), è qualcosa che è in accordo o è coerente con la realtà oggettiva. E' una coincidenza tra soggetto (verità) e oggetto (realtà) : sono la stessa cosa.
La post-verità invece viene percepita come verità (ovvero vera) non perché è coerente con i fatti oggettivi, ma sulla base di sensazioni ed emozioni (a volte è la conferma di un pregiudizio).
Verità deriva dal latino veritas. Interessante la lingua greca che ha due parole per verità, la prima è alétheia e significa "non nascondimento", "non oscuramento" ("a" è la negazione, "léthos" è oscuramento). Ciò significa che la verità è luce, la menzogna è oscuramento.
La seconda parola greca per verità è doxa, che conosciamo già, è l'opinione del popolo (non a caso viene usata a proposito dei sondaggi), che non sempre è oggettiva come per alétheia.
Durante il terremoto del 2016 in Centro Italia si disse che il governo italiano mentì alla stampa, dichiarò che la magnitudo fosse 6 gradi e non 6.1 come era in realtà, perché una legge stabiliva che con gradi inferiori a 6 lo Stato Italiano non era obbligato a risarcire i danni.
Questa è un altro esempio di post-verità. Se fossimo greci avevamo già il vocabolo da usare, doxa, e non avremmo dovuto prendere dall'inglese il già brutto neologismo post-truth e tradurlo orribilmente in post-verità.
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