A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge,
per tòrre il biasmo in che era condotta."
(Divina Commedia, Inferno, Canto V, versi 54-57)
che libito fé licito in sua legge,
per tòrre il biasmo in che era condotta."
(Divina Commedia, Inferno, Canto V, versi 54-57)
In questi anni di governo del nostro Illustrissimo Più Grande Statista della Storia Italiana che sia mai esistito, mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, o di riviverlo, in una società dove i costumi, le buone maniere, la verità, l'altruismo, il garbo e la cortesia, l'intelligenza, a tutti i livelli della scala sociale, scende sempre di più pericolosamente e irrediabilmente ai suoi opposti.
Ben si confà le parole del Sommo Poeta, citate nell'incipit di questo post, dove si parla di Semiramide, una regina di epoca Babilonese che, per giustificare i suoi costumi corrotti, fece diventare ammissibile per legge ciò che in realtà era contro la morale.
Evidentemente le leggi "ad personam" per salvaguardare il proprio interesse privato a scapito di quello pubblico non è un'invenzione recente ma era ben conosciuto fin dall'antichità..
Per fortuna c'è ancora qualcuno che si oppone a questo, e fa sentire la sua voce. Ringrazio il giornale "La Repubblica", voce indipendente e non serva del potere, per le sue iniziative. Per chi vuole, può firmare l'appello (giunto ad oltre 100.000 firme in pochi giorni) per esprimere la propria contrarietà alla legge che regolamenta le intercettazioni telefoniche:
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