Nel terzo millennio dell'era cristiana l'ipocrisia viaggia mediaticamente, illuminata dalle calde lampade degli studi televisivi, nel giubilo dei conduttori e nella coscienza appagata di chi ha donato l'euro. Ora siamo a posto fino al prossimo Natale.
Perdonatemi, ma a me sembra spropositata l'attenzione che nei giorni scorsi è stata data all'iniziativa Telethon (che nome mediatico!) a sostegno della ricerca sulle malattie genetiche. Una macchina da soldi promossa da poteri forti (come la famiglia Agnelli e Montezemolo), che, nel bene come nel male, condizionano dove debbano essere investiti i soldi della ricerca.
E facendo leva sul buonismo natalizio italico, quello di facciata, facile facile che non impegna ma zittisce la coscienza umana, il gioco è fatto.
E intanto a Torino, la notte scorsa muore un barbone, in piazza C.L.N. ovvero a poca distanza della centralissima via Roma. Morto assiderato dal freddo nell'indifferenza di tutti e della città intera, magari nemmeno visto o considerato da passanti forse troppo frettolosi e pieni di pacchi regalo.
Ma l'articolista aggiunge, per non farci sentire troppo in pena, che lo ha voluto lui, ha scelto di vivere in strada nonostante i vigili gli avessero "consigliato" di riparare in un dormitorio. Ma certo, come no, penso io, gli avrà risposto di lasciarlo in strada che tanto non fa freddo stasera (le temperature minime in questi giorni scendono a meno 7).
La verità secondo me è che è molto più facile scrivere un sms donando un euro (e che richiede meno di un minuto) che pensare come noi potremmo aiutare le persone che ci sono vicine, che abitano nella nostra stessa città magari nella stessa via, richiederebbe troppo tempo anche solo pensare a cosa potremmo fare, prima di donare, e poi da non spendere troppo.
Molti potrebbero obiettare che è lo Stato che dovrebbe occuparsene ma, rispondetemi, lo Stato chi è ? Non siamo forse noi lo Stato ?
Il grande filosofo Jiddu Krishnamurti afferma (non solo lui, grazie a Dio) che se vogliamo cambiare qualcosa nella societa' per prima cosa dobbiamo essere noi stessi a cambiare.
Cambiare dentro e onestamente.
Io penso che dobbiamo riconsiderare il Natale sotto un' altro punto di vista, che non è quello dell'illusione delle luci colorare, dei sfavillanti addobbi natalizi, del buonismo solo Natalizio (e gli altri periodi dell'anno chi-se-ne-frega). Il Natale è un occasione per tutti per cambiare e per migliorare, è un messaggio che la Chiesa cristiana purtroppo non ha completamente compreso. Eppure il Vangelo se lo leggete, da soli per conto vostro, è così chiaro, il Natale per me è la Seconda Nascita, nel discorso tra íl Cristo e Nicodemo (Giovanni, 3, 1):
"In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto (inteso come seconda nascita, il senso si evince nel seguito), non può vedere il regno di Dio".
Gli disse Nicodèmo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito".
Gli disse Nicodèmo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito".
La seconda nascita di cui Gesù il Cristo parla non avviene quindi nella carne, non nasce nel grembo di una madre, ma è una seconda nascita interiore, che avviene nel nostro intimo, quando vogliamo noi e quando siamo pronti.
Il Natale per me insegna questo: buttiamo via tutto quello che non ci serve, tutte le vecchie convinzioni (quanto crediamo di sapere, quante convinzioni abbiamo), tutto ciò che è inutile, vecchi ricordi che non servono più , rinasciamo come bambini e riscopriamo il mondo come fanno loro, con entusiamo, con voglia di vivere, senza falsità e ipocrisie e calcoli economici, donando anzichè pretendendo di ricevere, smettiamola di crederci sfortunati e che gli altri non si meritano quello che hanno, non è vero noi abbiamo già tutto, imparate ad accontentarvi come Tiziano Terzani ci ha insegnato, davvero non ci servono tutte le cose che ci fanno credere che abbiamo bisogno.
Rinasciamo ogni giorno, nello spirito e non nella carne, cambiamo prima noi stessi se vogliamo cambiare la società.
Articoli :
- La Stampa, Ucciso dal freddo nel salotto di Torino
- Corriere, Un nuovo record per Telethon
The photo above is taken by "Thierry", on Flickr, Creative Commons licence.
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