E' curioso leggere in questi giorni commenti spesso impietosi verso il principe senza regno Emanuele Filiberto di casa Savoia e la sua esibizione canora a Sanremo.
A cominciare dal testo della canzone, ritenuta banale, e lui che forse non è un cantante.
Ma per questo non mi preoccuperei: lui ha semplicemente deciso di esprime il proprio pensiero pubblicamente, seppur talvolta banale. A chi non è mai capitato di pensare o dire banalità (forse lo sto facendo anch'io adesso!) , la differenza consiste nell'assenza del megafono multimediale che può esporre le banalità allo sbeffeggiamento pubblico.
Per il resto lui è spontaneo nella sua banalità come nella sua originalità. Meglio di sicuro di tante ipocrisie politiche, di comizi elettorali, di strabilianti discorsi ma di pochezza interiore.
Curioso che a Sanremo sia stata presente, nella stessa serata, la regina di Giordania, di un'umiltà e di una saggezza che davvero è raro ascoltare di questi tempi. La grandezza sta proprio nell'umiltà. Lei non ha detto cose banali, ma sia la regina che il principe trasmettono lo stesso insegnamento, quello di cercare di essere sempre se stessi, dell'umiltà di sentirsi una persona uguale a tutte le altre, che non importa il giudizio ma semplicemente, di essere.
Ben vengano allora i principi e regine in televisione che ci insegnano a prendere le proprie responsabilità, ciascuno nel suo ruolo che gli è stato assegnato. Ben venga Emanuele Filiberto che pulisce e purifica le gravi mancanze e colpe dei suoi parenti ex regnanti d'Italia, a lui dovrebbero essere grati per questa sua missione che, consapevole o no, ha scelto.
Mi si perdoni infine il fatto di scrivere dalla Torino Sabauda.. :-)
The photo above is taken by "marcomolinari.it", on Flickr, Creative Commons licence.
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