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Essere adulti (Parte Seconda)

This photo is taken by "eschipul" on Flickr , Creative Commons licence

Sto cercando di rispondere a questa domanda, "quand'è che si comincia a diventare vecchi?". Il pretesto per chiedermelo è la citazione del post precedente (nella Parte Prima), eppure mi chiedo, cos'è l' "essere adulti", secondo tale punto di vista, essere adulti oppure essere vecchi ? E' un'esortazione ad essere adulti responsabili oppure è un elegia della vecchiaia e all'immobilismo? Io propendo per la seconda.

E' pacifico che essere adulti significa assumersi le responsabilità delle proprie scelte, in tutti e per tutti i suoi aspetti, che ha tante implicazioni, comunemente accettate (vedasi l'articolo di Repubblica del 22/07, il "sondaggio gioventù e vecchiaia"), ad esempio, vivere in un una casa diversa dai propri genitori, sposarsi o convivere, avere dei figli. E per realizzare questo bisogna giungere a dei compromessi, non si possono magari fare le stesse cose che si facevano da giovani (anagraficamente parlando), si deve far tornare i conti a fine mese (il bilancio familiare), si deve sacrificare parte del proprio tempo (e quanto tempo e quante energie) per dedicarlo ai figli che stanno crescendo, o alla casa, per tenerla pulita e in ordine (pulire, lavare, stirare, rammendare, fare la spesa, cucinare..). E questo io lo chiamo essere adulti.

Ma essere adulti è anche non smettere mai di crescere. L'adulto cresce quando vede i suoi figli che crescono, l'adulto è adulto quando non dimentica mai le passioni che ha avuto gli anni della sua gioventù e che hanno determinato le sue scelte, perchè sono state proprio le passioni del "giovane" che era e che lo hanno reso adulto. L'adulto si mette a studiare anche a cinquant'anni perchè vuole prendere la sua prima laurea (come ha fatto mio padre), l'adulta responsabile sa anche quando un amore è finito e se il suo dovere di moglie e di madre è stato compiuto con amore e responsabilità, a qualsiasi età si innamora come se fosse una ragazzina di diciotto anni.
Si, l'adulto ama, sa amare sempre come fosse il primo giorno.

Ho letto di recente un brevissimo racconto di Hermann Hesse, si intitola "Favola d'amore". Non posso riportarlo in questo blog per ovvi motivi di copyright (che per legge decade solo dopo 70 anni dalla morte dell'autore), vi invito però a cercarlo con Google.. sono certo che lo troverete da leggere integralmente su quache sito.
La trama è la seguente: Pictor giunto in paradiso realizza il suo desiderio di diventare un bellissimo, splendido e saggio albero, ma gli anni passano, lui resta uguale mentre vede tutto intorno cambiare, assiste a continue trasformazioni di altri esseri e per questo lui, rimasto immobile, ne soffre tanto.
Finchè un giorno una fanciulla dai capelli biondi e dalla veste azzurra si perde in quella parte del paradiso e incontra l'albero-Pictor. Allora Pictor si ricorda della forza del suo sogno e desiderio di quando in passato aveva desiderato di essere albero, ed insieme alla fanciulla Pictoria si fonde, e da quel momento insieme, potranno sempre trasformarsi ed assumere tutte le sembianze che vorranno:

"...Divenne capriolo, divenne pesce, divenne uomo e serpente, nuvola e uccello. In ogni forma però era intero, era un "coppia", aveva in sé luna e sole, uomo e donna, scorreva come fiume gemello per le terre, stava come stella doppia in cielo." (Favola d'Amore - Hermann Hesse)

Lascio la parola a dei giovani trentenni o giù di li:

"Si diventa vecchi quando si inizia a pensare da vecchi. Il che potrebbe succedere sia a 14 sia a 96 anni..." (cit. da SuperClara)

"si inizia ad invecchiare quando non si ha più voglia di realizzare i propri sogni...anke avere un bicchiere di te ma nn ti va di alzarti x prenderlo e ci rinunci..ihih...be si... e soprattutto QUANDO SMETTI DI SPERARE!!!" (cit. da Vale_spina)

"Si inizia a diventare vecchi quando ci si arrabbia perchè quelli della tua età non si preoccupano di far cose da giovani..." (cit. da gedygedy)

"si è vecchi quando ci si sente tali , quando non ha più una finestra che ti stuzzica sul futuro , quando la vita ti annoia. " (cit. da grimy)

"La vecchiaia esiste se noi crediamo di essere vecchi, non perchè abbiamo 100 anni ma perchè il tempo lo abbiamo tenuto con noi" (cit. da valeriano)

"quando si inizia a pensare di avere già una certa età e di non avere più l'età per fare ciò che si faceva prima..." (cit. da d.a.n.y)

"Che la morte ci trovi vivi" (Marcello Marchesi)

Vi lascio il link per continuare a leggere chi non ho citato:
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070620100345AAVsNwe

Commenti

Anonimo ha detto…
Ma ESSERI ADULTI non vuole dire ESSERE VECCHI, .... ciao! mb
Luke ha detto…
Eh, ma infatti! A me è sembrato che alcuni (come la citazione che ho riportato in "Parte Prima") invece lo confondano :-) .
Ciao!
Anonimo ha detto…
Buona ballata Luke!! in tutti i sensi :-)
Anonimo ha detto…
Hai ragione essere adulti non vuole dire ESSERE VECCHI, ma ci sono situazioni che ci dovrebbero fare riflettere e aiutarci a capire che esistono, che ci piace oppure no, dei limiti al quale non possiamo fare finta di nulla perche' alla fine prendiamo in giro noi stessi e gli altri.
Ciao
Luke ha detto…
Certo, anch'io mi rendo conto che esistono limiti, principalmente limiti fisici, per forza di cose il corpo invecchia e non si è più agili o atletici come un diciottenne.
Ma fatti salvi questi limiti, l'uomo adulto e responsabile non vedo quali altri limiti (parliamo di limiti leciti e moralmente accettabili ovviamente) debba porsi.. ad esempio io ho 37 anni, mi chiedo: è giusto che con la mia ragazza abbia voglia di andare a ballare in discoteca o in altro posto (mettiamo latino-americano) ?? O devo pormi un limite e pensare che a 37 anni è già troppo tardi :-O ?
Anonimo ha detto…
Scusami ma non capisco l'esempio che hai fatto in merito alla discoteca, e perche' pensi che a 37 anni sia sbagliato andare a ballare ??????

Per me risulta sbagliato pensare che ad esempio a 50anni si voglia fare la vita di un ragazzino di 20 e nulla di piu' ma non credo che questo sia il tuo caso.
Ciao
Luke ha detto…
Infatti non penso affatto che sia sbagliato, anzi.. l'esempio che ho fatto era solo per capire di quali limiti (leciti e moralmente accettabili) il mio interlocutore volesse intendere.. per quanto riguarda la vita da 20enne a 50 anni.. chi siamo noi per giudicare una persona che mettiamo, decide coraggiosamente di intraprendere una scelta di vita che non è "adatta" (secondo l'opinione comune) alla sua età anagrafica.. sai, io penso e credo che, giunti ad una certa età (tu hai posto 50 anni, ma è una soglia mobile che dipende dalla persona) si abbiano due scelte, si è di fronte ad un bivio: da una parte lasciarsi andare e decidere di lasciarsi morire (per carità: interiormente intendo) che spesso significa accettare la propria condizione, non avere nessun nuovo interesse, continuare la solita routine quotidiana, guardare sempre al passato, rimpiangere i tempi che furono; dall'altro decidere di voler ancora vivere.. di vivere, e se è necessario anche di ricominciare da capo, se il destino non ci ha dato quello che ogni persona merita dalla vita, come lo studio, la felicità, l'amore.
Anonimo ha detto…
Non capisco questo tuo accanimento sul definire un' eta' e le scelte che devono essere prese in funzione di essa. Io ho 53 anni e penso che non andrei mai a pensare di condurre la vita di un 38enne, per diversi motivi e ti assicuro che chi lo fa prende in giro se stesso e gli altri perche' non ha il coraggio di ammettere i suoi limiti. E come dire una persona di 50 anni che vuole iniziare una vita con una di 25, troppo diversi anche nelle piu' piccole cose di tutti i giorni.
Ciao
Luke ha detto…
Quello che penso è che molto dipenda dal grado di maturazione dell'individuo, l'età mentale (vedi un mio post a gennaio '08) che può anche non coincidere con l'età anagrafica, è il percorso che uno fa nella vita, le sue esperienze e scelte che la determinano.
Per questo motivo posso capire che se un cinquantenne fa una vita da trentenne è perchè forse ha bisogno ancora di maturare, di crescere oppure, caso opposto, si è separato e quindi deve ri-inventarsi una vita (sentimentalmente parlando) ovvero è un single-di-ritorno.. io penso che ci siano situazioni in cui nonostante si abbia l'età che si ha, tante sono le ragioni e le motivazioni che ci si comporta diversamente dai propri coetanei.
Anonimo ha detto…
50 anni maturare??????? aiutalo/a
il tuo amico/a prima che sia tardi.
Separarsi poi non significa ritornare a fare il ragazzino, lasciatelo dire da uno che ci e' passato, se poi vogliamo parlare di divertirsi con uno/a piu' giovane fate pure ma prima o poi i piedi devi metterli a terra e vivere la realta' che ti circonda
Scusami per il mio modo schietto di esprimermi ma sono fatto cosi
Ciao
Luke ha detto…
Gentile interlocutore, apprezzo la schiettezza quando questa però non diventa invadenza.
E' evidente che parliamo di due aspetti diversi, non affermo infatti che un adulto abbia diritto a maturare (non sarebbe adulto altrimenti) ma affermo che un adulto ha diritto di cambiare la propria vita se la situazione personale glielo suggerisce, e in questo mantiene lo spirito vivo e vitale dell'essere umano (che lo accompagna dall'infanzia alla vecchiaia).
La ringrazio comunque per la sua partecipazione al blog.
Anonimo ha detto…
La mia non era invadenza era semplicemente un'opinione in merito a un blog. Mi dispiace che le mie risposte ti siano sembrate un attacco nei confronti della tua vita privata. Mi auguro che crescendo "invecchiando" comprenderai cosa volevo dire.
Ciao
Luke ha detto…
Grazie per gli auguri, e contraccambio a mia volta, anch'io auspico una comprensione reciproca, tra un trentenne e un cinquantenne.
Ciao

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