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Omeopatia

In questi giorni sto informandomi sulla Omeopatia, teoria enunciata tra il finire del Settecento e l'inizio dell'Ottocento dal dottor Samuel Hahnemann (1755-1843), tedesco, fondatore della medicina Omeopatica, esposta principalmente nel trattato Organon (1810).

Molto è stato scritto sull'argomento, in ambito scientifico a mio parere interessanti le meta-analisi condotte dal dott. Aijing Shang e colleghi su "The Lancet", la più autorevole rivista medica europea, pubblicate nel numero del 27-8-2005.
L'articolo "are the clinical effects of homoeopathy placebo effects?" conclude affermando che "clinical effects of homoeopathy are placebo effects", ovvero i risultati ottenuti da una cura omeopatica non si discostano statisticamente dall'effetto placebo.

A sostegno della teoria omeopatica, cito un articolo apparso sulla altrettanto autorevole rivista Nature del 1988, il dottor Jacques Benveniste (1935-2004), francese, e della sua teoria (non provata scientificamente) della cosidetta "memoria dell'acqua".

Le diluizioni

Senza avere la pretesa di analizzare tutti i punti che caratterizzano la debolezza teorica dell'omeopatia, uno in particolare mi ha colpito e che non riesco a spiegarmi, ovvero quelle delle "diluizioni omeopatiche": il principio attivo omeopatico viene fortemente diluito in acqua, e più si diluisce più si ritiene che abbia effetto (contrariamente alla medicina allopatica: se prendo ad esempio un antipiretico da 1000mg è più potente di uno da 500mg).

Il problema è il seguente. In omeopatia le diluizioni si misurano in potenze C (centesimali) ovvero 1/100 oppure potenze D (decimali) ovvero 1/10. Quindi se scrivo 2C si intende 1/100 di 1/100 ovvero 1/10000, mentre se scrivo 12C si intende una riduzione di 1/10^24 ovvero 1/1000000000000000000000000 (!!!!!).
Senza essere un chimico ma con semplici nozioni chimiche delle scuole (chi si ricorda le "moli"?), sapendo che in 1 mole (si pensi ad un certo numero di grammi) di una qualsiasi sostanza ci sono circa 6*10^23 atomi o molecole (che corrisponde al "numero di Avogadro"), se prendo una mole di principio attivo omeopatico e lo divido in 10^24 parti (ovvero la diluizione 12C), ottengo che il rimedio contiene meno di una molecola (in pratica: nessuna) molecola del principio attivo.. se si considera poi che 12C in omeopatia non è considerata una grande diluizione.. mi chiedo: cosa resta del principio attivo ?

Photo "Remedies" taken by "stacker" on Flickr, Creative Commons licence

Commenti

Anonimo ha detto…
L'Omeopatia ci incuriosisce moltissimo. Se ne parla spesso ma senza sapere bene cosa sia. In poche righe queste post è riuscito ad esser e molto esplicativo. Ci piacerebbe avere un contributo anche sul nostro blog, nel post sull'omeopatia http://blog.mammenellarete.it/?p=151 , in cui ci poniamo domande di difficile soluzione.
Grazie infinite
Mamme nella rete

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