Ieri sera ho assistito alla presentazione del nuovo libro di Marco Travaglio, "Mani sporche", a cui è seguito un dibattito sulla libertà di informazione in Italia.
Nato a Torino, giornalista e scrittore, Marco è a mio parere un modello di Giornalismo (con la G maiuscola - permettetemi di scimmiottare chi distingue in altri contesti l'amore con l'Amore), e, insieme ai suoi collaboratori, voce libera e senza condizionamenti del nostro paese, il suo compito come afferma è quello di raccontare fatti ed è proprio questa la sua forza: fatti che, noi gente comune, spesso tendiamo a dimenticare.
Nell'aula magna dello storico ITIS Avogadro di Torino, ha ricordato alcuni dei fatti politici e giudiziari degli ultimi 15 anni, della cosidetta "seconda repubblica", da Mani Pulite a "Mani sporche", ovvero il sistema di corruzione italiano che si è trasformato, un virus che è diventato ancora più potente, che ha subito una mutazione genetica, e che ora si presenta resistente agli antibiotici che prima riuscivano a combatterlo. Scambiando la causa con l'effetto, anzichè combattere il virus, paradossalmente ora si assiste a veder combattere i medici che lo curano.
L'incontro è stato organizzato da "Amici di Beppe Grillo - Qui Torino Libera"
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