Si sta svolgendo in questi giorni a Bariyapur, nel sud del Nepal una festa indù, il Gadhimai Mela (dove "Mela" si può tradurre qui come "Festival") , dedicato alla dea omonima, che si svolge ogni cinque anni e che richiama milioni di indù devoti.
In questa ricorrenza si svolge un macello di animali, sacrificati alla dea, evidentemente assetata del sangue dell'animale sacrificato. Il numero di animali uccisi è impressionante: 250.000 , prevalentemente bufali, ma anche capre, galline, piccioni e topi.
In genere l'animale viene portato al tempio dallo stesso proprietario, il sacerdote taglia la gola all'innocente animale usando il khukuri, coltello tradizionale: il gesto attirerà così i favori della dea che risolverà il problema del proprietario per il quale offre il sacrificio.
Una barbarie certo. E ancora più barbarie, se si considera che, se si vuole semplicemente assistere, c'è la possibilità di farlo per 20 rupie nepalesi. Il festival si trasforma in mercificio ovvero business.
Ecco però un esempio di come religione e spiritualità possono essere così distanti da non avere nessun punto di contatto, e l'induismo inteso come insieme eterogeneo di riti ed usanze non va confuso con induismo inteso come spiritualità e filosofia. Altrimenti sarebbe come condannare il cristianesimo e non credere al messaggio di Cristo perchè la Chiesa in passato ha ammesso la guerra santa, condannato a morte gli eretici impenitenti e la caccia alle streghe!
Fonte: BBC News, "Devotees flock to Nepal animal sacrifice festival"
The photo above is taken by "yumievriwan", on Flickr, Creative Commons licence.
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