E' mia opinione che la fisica moderna abbia aperto e stia aprendo delle porte oltre quello che è percepibile con la sola esperienza corporale sensibile (ovvero credere che il mondo sia oggettivo e credere che esista solo tutto ciò che vedo, tocco o sento con i cinque sensi del corpo fisico).
Poco si sa o si parla fuori da ambiti ristretti. Ciò non giova parlarne a sproposito ovvero senza cognizione di causa, ovvero senza studi scientifici (sia scolastici sia personali), ma nemmeno nasconderlo o catalogarlo come stranezze o curiosità della fisica. Sono proprio le stranezze, i particolari che non rientrano in una teoria fisica ben definita (per la quale si commette l'errore di sempre, ovvero quello di considerla come blindata ed inattaccabile) che sono le leve con cui forzare il nostro modello di realtà assodato (ovvero creduto tale) e pensare come invece potrebbe essere più semplicemente (si, perchè la fisica quantistica, è un mio parere, semplifica e non complica la visione del mondo).
Ciò aiuterebbe sia gli scienziati, fisici e non fisici, quelli che non comprendono a pieno la portata della fisica moderna o quantistica (legati ancora al meccanicismo e determinismo cartesiano e newtoniano, concordi con l'affermazione di Laplace che "Dio non è un'ipotesi necessaria") sia gli spiritualisti (quelli etichettati con la denigratoria etichetta di new age, confusi con i fricchettoni, sessantottini, ingenui ed idealisti) ad integrare intuito, apertura di cuore ed anelito di elevazione spirituale.
Per fugare dubbi, per spiritualisti intendo sia persone comuni che si pongono domande non banali e pongono la ricerca interiore del proprio essere (il Sè o anima) come motivazione seria dell'esistenza (sia che appartengano ad una religione oppure a nessuna e a tutte), sia persone che avendo già raggiunto la propria consapevolezza sono diventate quelle che conosciamo, come lo sono state recentemente Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, Yogananda Paramahansa, Krishnamurti e lo sono il santo Dalai Lama o la santa Mata Amritanandamayi Amma.
Sono necessari entrambi, per usare una similitudine, gli uni (gli scienziati) spingono il carro della coscienza da dietro, impedendo che possa cadere all'indietro e ponendo le basi teoriche per mostrarle a chi ancora separa oggettività e soggettività della realtà; gli altri (gli spiritualisti) che lo spingono da davanti, avendo già percepito con l'intuito (non quello dei cinque canonici sensi) e sperimentato su se stessi la realtà della coscienza.
Allora, se è vero che le più avanzare e paradossali (solo apparentemente) osservazioni della fisica quantistica possono ammettere come spiegazione, logica e matematica, una realtà non oggettiva dove l'unica cosa reale è la Coscienza (ognuno può chiamarla come più gli è affine pensarlo nella sua mente: Dio o i tanti nomi della data alla divinità che percepiamo intuitivamente in questo mondo), è giusto per me pensare che la disciplina umana che studi ciò si chiami, come qualcuno inizia ad usare, scienza della coscienza.
Alla fine di tutto, se la coscienza è unica, ogni persona che ricerchi su questo mondo quella che ritiene la sua verità, che sia scientifica o spirituale, deve poter giungere al limite alla stessa conclusione unica. Come afferma l'investigatore della realtà per antonomasia, Sherlock Holmes, alla fine di tutto, quando hai eliminato l'impossibile, qualsiasi cosa resti, per quanto improbabile, deve essere la verità.
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