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L'ipnotizzatore



Ho letto un libro molto interessante sulle origini psicosomatiche delle malattie, "La Malattia: la Trappola dell'Eros - Il frasario Mereu, una terapia erotica", della dottoressa Gabriella Mereu, un libro che consiglio a tutti di leggere.

Nel primo capitolo del suo libro, la Mereu, per spiegare quanto noi esseri umani siamo condizionati dagli schemi mentali da cui si possono originare conflitti inconsci, causa di malattia, riporta ed adatta un racconto, tratto da un libro del filosofo russo Ouspenskii (che conobbe il mistico Gurdjieff), nel quale si descrive un'ipnosi collettiva ad opera di un malvagio mago come metafora del condizionamento umano (condizionata dalla società, dalla famiglia, dal ragionamento errato..).
Ecco l'aneddoto dell' ipnotizzatore, nella versione originale dello scrittore:

"Una certa leggenda orientale narra di un mago ricchissimo che possedeva numerosi greggi. Quel mago era molto avaro. Egli non voleva servirsi di pastori, e neppure voleva recingere i luoghi dove le sue pecore pascolavano.
Naturalmente esse si smarrivano nella foresta, cadevano nei burroni, si perdevano, ma soprattutto fuggivano, perché sapevano che il mago voleva la loro carne e la loro pelle. E a loro questo non piaceva.

Infine il mago trovò un rimedio: ipnotizzò le sue pecore e cominciò a suggerire loro che erano immortali e che l'essere scuoiate non poteva fare loro alcun male, che tale trattamento, al contrario, era per esse buono e persino piacevole; poi aggiunse che egli era un buon pastore, che amava talmente il suo gregge da essere disposto a qualsiasi sacrificio nei loro riguardi; infine suggerì loro che se doveva capitare qualcosa, non poteva in ogni caso capitare in quel momento e nemmeno in quel giorno, e per conseguenza non avevano di che preoccuparsi.

Dopo di che il mago introdusse nella testa delle pecore l'idea che esse non erano affatto pecore; ad alcune disse che erano leoni, ad altre che erano aquile, ad altre ancora che erano uomini o che erano maghi.
Ciò fatto, le pecore non gli procurarono più né noie né fastidi. Esse non lo fuggivano più, ma attendevano serenamente l'istante il cui il mago avrebbe preso la loro carne e la loro pelle. "
Questo racconto illustra perfettamente la situazione dell'uomo

(Tratto da "Frammenti di un insegnamento sconosciuto", Pëtr Demianovič Uspenskij)


Fonte : Slideshare, http://www.slideshare.net/linocipriano/ouspensky-frammenti-di-un-insegnamento-sconosciuto

The photo above is taken by "barabeke", on Flickr, Creative Commons licence.

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