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Cristianesimo e metempsicosi

Un tema che mi ha sempre interessato indagare è stato : quanto la religione cristiana, in duemila anni di vita, si è discostata dal primitivo messaggio evangelico, imponendoci una forma mentale e concezione della vita imposta "dall'alto", secoli dopo il messaggio di Gesù Cristo, imposto da arbitrari Concili Ecumenici, Bolle Papali ed altro.

Molte cose, mi sono risposto. E in merito ai dogmi mi stupisce in particolare il divieto di matrimonio dei sacerdoti, l'invenzione medievale del Purgatorio, e oggi, il negare a priori la metempsicosi o trasmigrazione delle anime.
Più corretto sarebbe lasciarci la libera scelta.

E' ragionevole pensare che i primi cristiani potessero credere al ciclo delle rinascite, per loro non era certo un problema ammetterlo, sono note infatti molte scuole di pensiero, sorte nella tarda antichità greco-romana, portatatrici di tale concezione. Del resto anche alcuni grandi filosofi del mondo greco (cito Platone nel mio precente post "Il mito di Er") lo credevano.

Spesso viene citato Origene di Alessandria (vissuto tra il 185 e 254 d.C.), indubbiamente uno dei padri della Chiesa, come sostenitore di tale concezione, e del II Concilio di Costantinopoli, indetto dall'imperatore Giustiniano nel 553 d.C (si noti : senza il consenso del Papa Virgilio, presente nella stessa città, a cui non partecipò) dove si dichiarò eretica questa concezione orgenista.

Ancora oggi il dibattito è aperto, cito alcune fonti, pro (I. M. Oderberg in "La Reincarnazione come veniva insegnata dai primi Cristiani", Point of view , il blog Colori della vita e SaraS) e contro (articolo di Andrea Nicolotti su www.profeti.net e di Mario Maritano su www.christianismus.it).

The photo above is taken by "sgirolimetto", on Flickr, Creative Commons licence.

Commenti

Rouge ha detto…
Negare la reincarnazione è stata una scelta precisa da parte della chiesa dei primi secoli. Crederci vuol dire responsabilizzare l'uomo ponendo nelle sue mani il proprio destino, negarlo vuol dire affidare tutto alla volontà di un dio superiore e di conseguenza ai propri portavoce sulla terra. Il cristianesimo è dogmatico, non è un percorso filosofico, è un atto di fede che se per certi versi è apprezzabile per altri insegna a sottomettersi a volontà esterne all'uomo, ad accettare supinamente decisioni altrui, anche sbagliate. Il cattolico delega e non credo sia la cosa migliore.
Personalmente ritengo la reincarnazione l'unica spiegazione logica all'esistenza umana, ma anche qui bisogna fare un atto di fede, dato che non c'è controprova.
Anonimo ha detto…
In ogni caso entrambe le "strade" partono dal presupposto che esista l'anima come giustificazione di una vita vissuta nel bene e nel male.... è comunque una giustificazione se sia credibile o meno, io penso che ognuno ha in mano il proprio destino in questa vita, chi parte con taluni talenti e chi parte con altri.... comunque sia "audace iuvant"!
MB

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