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Kandinskij

"Il colore è il tasto,
l'occhio è il martelletto,
l'anima è un pianoforte con molte corde"


Sono convinto che esista un forte legame tra l'arte e la spiritualità, altrimenti non saremo in grado di capacitarci delle emozioni che talvolta sorgono in noi quando siamo in presenza di un'opera d'arte che ci ha particolarmente colpito.
E come potrebbe essere definito questo senso di "essere colpiti" se non come qualcosa che si trasmette e che fa vibrare dentro di noi ciò che è in risonanza (ovvero ha la stessa frequenza) con l'oggetto che ha suscitato la nostra vibrazione interna.

E' quello che sostiene il grande pittore astrattista russo, Vasilij Kandinskij, nato a Mosca nel 1866 e morto a Parigi nel 1944, nella quale il colore nei suoi dipinti ha un'importanza che supera il senso estetico. Cito Wiki:

"Kandinskij nelle sue opere espone le sue teorie sull'uso del colore, intravedendo un nesso strettissimo tra opera d'arte e dimensione spirituale. Il colore può avere due possibili effetti sullo spettatore: un effetto fisico, superficiale e basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro; un effetto psichico dovuto alla vibrazione spirituale (prodotta dalla forza psichica dell'uomo) attraverso cui il colore raggiunge l'anima. Esso può essere diretto o verificarsi per associazione con gli altri sensi.L'effetto psichico del colore è determinato dalle sue qualità sensibili: il colore ha un odore, un sapore, un suono. Perciò il rosso, ad esempio, risveglia in noi l'emozione del dolore, non per un'associazione di idee (rosso-sangue-dolore), ma per le sue proprie caratteristiche, per il suo "suono interiore". Kandinskij utilizza una metafora musicale per spiegare quest'effetto: il colore è il tasto, l'occhio è il martelletto, l'anima è un pianoforte con molte corde."

The photo above is taken by "Poldi", on Flickr, Creative Commons licence.
Testo citato da Wikipedia sotto licenza "GNU Free Documentation License".

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