Per fortuna la Chiesa ha uomini come don Santoro, parroco di Firenze.
E' grazie ad essi che l'istituzione è viva e sono convinto che, attraverso loro, è guidata da Dio, come è stato in passato, da san Francesco a Madre Teresa di Calcutta.
Don Santoro, pur essendo un uomo di chiesa, quando è stato necessario non ha giudicato secondo i dogmi impersonali e alienanti della Chiesa, in questo caso quello che bolla come "peccato" nascere con un'anima femminile in un corpo maschile e quindi il passaggio transessuale è un marchio infame che non consente di sposarsi in chiesa.
Don Santoro domenica scorsa ha celebrato il matrimonio di una coppia con una lei che era tempo fa un lui.
Poco importa se la Chiesa forse deciderà di annullare il matrimonio e di sanzionare il parroco: don Santoro nel suo atto ha giudicato secondo l'unica sola verità che Gesù Cristo ci ha insegnato e continua ad insegnarci, l'Amore. E sue sono le parole rivolte alla coppia di sposi: "un gesto di fedeltà e di obbedienza profonda a Dio e al vostro amore, un gesto di accoglienza e di verità".
E' mio personale parere che i dogmi sono come le stampelle, aiutano all'inizio le persone e la comunità a crescere nella spiritualità, ma vanno abbandonate quando ci si accorge che ci si può reggere da soli, quando con l'aiuto di Dio si impara ad applicare la sola legge vera, quella dell'Amore.
La Chiesa spesso ha da imparare dai suoi uomini più umili.
Fonte : La Stampa, "A Firenze nozze in chiesa per un trans".
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