Si è concluso ieri, a Grugliasco (Torino), al parco Le Serre, la tre giorni della manifestazione Festival dell'India 2009, svoltasi, non a caso, tra il 2 ottobre, giorno della nascita di Gandhi, e ieri 4 ottobre, il giorno di San Francesco. La spiritualità indiana incontra ancora una volta l'Occidente, e ciò crea sempre un'arricchimento interiore per entrambi.
Non capita spesso di avere la possibilità di ascoltare così riunite persone che hanno raggiunto nel proprio Sè una profonda consapevolezza spirituale. Persone che nella loro vita hanno seguito ciascuna un percorso diverso, in quanto ciascuno rappresentante del proprio credo religioso (seppur è riduttivo classificarli con l'etichetta della religione), ma tutti concordi nell'affermare che, mentre le religioni sono tante e sono il prodotto della cultura (oltre che del luogo di nascita) la spiritualità, ovvero il concetto intimo della divinità (senza dogmi e senza cavilli teologici) è uguale per tutti.
Tutti loro infatti parlavano la stessa identica lingua.
Così parlava l'Arcivescovo argentino Monsignor Alfredo Montrezza, così il monaco buddista Nawang Tsering in rappresentanza del santo Dalai Lama, così Leonardo Sola, rappresentante del movimento teosofico, così Bhai Hari Singh Khalsa, rappresentante italiano della Comunità Indiana Sikh, ed altri ancora, e infine, non da ultimo, un grande Uomo, Padre Antony Elenjimittam, ultimo discepolo vivente del Mahatma Gandhi, monaco dell'ordine Domenicano e sacerdote fin dal 1939, guida spirituale, scrittore e conferenziere.
Così come esistono tanti fiumi che portano all'unico grande mare, sono tante le vie, al limite una per ogni essere umano, che conducono all'Essenza Ultima, all'Uno, all'Essere, Coscienza e Beatitudine, che tutti gli uomini, con nomi diversi, chiamano Dio.
Da sinistra a destra : Leonardo Sola, Gabriella Lavorgna, Padre Antony, Il Principe del Septimio-Bathzabbay El Tadmur
Non capita spesso di avere la possibilità di ascoltare così riunite persone che hanno raggiunto nel proprio Sè una profonda consapevolezza spirituale. Persone che nella loro vita hanno seguito ciascuna un percorso diverso, in quanto ciascuno rappresentante del proprio credo religioso (seppur è riduttivo classificarli con l'etichetta della religione), ma tutti concordi nell'affermare che, mentre le religioni sono tante e sono il prodotto della cultura (oltre che del luogo di nascita) la spiritualità, ovvero il concetto intimo della divinità (senza dogmi e senza cavilli teologici) è uguale per tutti.
Tutti loro infatti parlavano la stessa identica lingua.
Così parlava l'Arcivescovo argentino Monsignor Alfredo Montrezza, così il monaco buddista Nawang Tsering in rappresentanza del santo Dalai Lama, così Leonardo Sola, rappresentante del movimento teosofico, così Bhai Hari Singh Khalsa, rappresentante italiano della Comunità Indiana Sikh, ed altri ancora, e infine, non da ultimo, un grande Uomo, Padre Antony Elenjimittam, ultimo discepolo vivente del Mahatma Gandhi, monaco dell'ordine Domenicano e sacerdote fin dal 1939, guida spirituale, scrittore e conferenziere.
Così come esistono tanti fiumi che portano all'unico grande mare, sono tante le vie, al limite una per ogni essere umano, che conducono all'Essenza Ultima, all'Uno, all'Essere, Coscienza e Beatitudine, che tutti gli uomini, con nomi diversi, chiamano Dio.
Da sinistra a destra : Leonardo Sola, Gabriella Lavorgna, Padre Antony, Il Principe del Septimio-Bathzabbay El Tadmur
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